L’iniziativa è una stupenda abitudine ormai per il Comune di San Martino in Strada, che ormai da anni acquista una Pigotta dell’Unicef ogni qualvolta un bimbo viene registrato all’anagrafe. Un modo per dare il benvenuto ai 29 cittadini del futuro, ma al tempo stesso per non dimenticare mai chi un futuro deve guadagnarselo con le unghie e con i denti. Sabato mattina presso l’area feste sono state infatti consegnate le “bambole magiche” dell’Unicef alla presenza del vice sindaco Paola Galimberti, di una rappresentanza dell’Amministrazione Comunale e di Giampaolo Pedrazzini (presidente provinciale e vice presidente regionale Unicef). Non ha potuto presenziare il parroco don Davide Chioda, che ha però lasciato uno scritto e un pensiero per tutti i presenti. «Ci siamo trovati tutti catapultati in una pandemia mondiale - spiega il vice sindaco Paola Galimberti -, che ha stravolto la vita a cui eravamo abituati. Tutto è cambiato nei rapporti sociali, nei legami familiari che sono così importanti, in particolare quando un bambino sta per arrivare in una famiglia. Quanti di voi papà non hanno potuto assistere al parto, quanti nonni non hanno potuto abbracciare e accudire i nipotini appena nati. Avete rinunciato a tanti momenti di condivisione, di aiuto, fondamentali per chi arriva a casa con un neonato. Quanti di voi hanno sostenuto la dad e lo smartworking, problemi per il lavoro, insieme alle notti insonni. Vi meritate un applauso, per questo e per aver dimostrato fiducia nella vita». Le Pigotte sono bambole di pezza, confezionate gratuitamente da bambini delle scuole, anziani e volontari delle associazioni di tutta Italia. Non esiste al mondo una Pigotta uguale ad un’altra: sono uniche e sono magiche, perché acquistandole con una piccola donazione di 20 euro ciascuna, dall’altra parte del mondo un bimbo meno fortunato riceve le vaccinazioni necessarie, la Vitamina A, i sali reidratanti, gli antibiotici, le zanzariere per la prevenzione della malaria e l’assistenza alle madri durante gravidanza e parto: «Cure e servizi che qui diamo per scontati ma che per loro significano la sopravvivenza. Ogni giorno muoiono ancora nel mondo 16.000 bambini sotto i 5 anni. Sono 6.000.000 in un anno! Un numero che nel 1990 era più del doppio, ma che comunque nessuno può ritenere accettabile. Bisogna puntare a zero».