«Quando veniva in Caritas faticavamo a farla rimanere nei canoni della distribuzione ai più bisognosi. Perché lei avrebbe dato tutto e sempre di più». Sono le parole di don Angelo Dragoni a dare il senso della misura di Apollonia Bosio, ricordata ieri in Parrocchia e in Municipio a tre anni dalla sua tragica scomparsa. Ex insegnante, consigliera comunale, volontaria della Caritas e sindacalista, Apollonia era conosciuta e apprezzata in tutto il paese: nel tardo pomeriggio di mercoledì in sala consiliare è stata presentata una borsa di studio speciale in sua memoria, fortemente voluta dai figli Giovanni e Maria Bruna e subito accolta con favore dall’Amministrazione Comunale. Una borsa di studio che premierà il merito, ma che terrà soprattutto conto di chi ce l’ha messa tutta nonostante le difficoltà. Ogni anno saranno le insegnanti a scegliere chi tra i bambini di quinta elementare riceverà la borsa di studio: «Tanti l’hanno incontrata durante il percorso scolastico quale eccellente maestra - dichiara il sindaco Andrea Torza -, altri come me frequentando durante l’adolescenza Giovanni e Maria Bruna hanno avuto modo di conoscerla come una mamma attenta e premurosa, alcuni di noi l’hanno conosciuta come collega in Amministrazione Comunale, molti hanno avuto il piacere di frequentarla in Parrocchia dove si impegnava nella Caritas oppure altri hanno avuto il suo aiuto durante la sua attività nel sindacato. Il senso di vuoto che lascia è percettibile. Ecco perché questa sarà una borsa di studio che dovrà ricordare e proseguire lo spirito con cui ha vissuto Apollonia: premiare chi è più in difficoltà, premiare chi ce la mette tutta per superare ostacoli che sembrano insormontabili, premiare chi è più debole ed ha bisogno di un aiuto in più». I figli Giovanni e Maria Bruna erano presenti in sala: «Ritenevamo importante continuare l’opera di nostra madre attraverso un piccolo progetto, che avesse come peculiarità il merito e l’impegno dei bambini. Ci piace pensare che siano le maestre stesse a decidere in base a quello che sentono dentro, al di là dei risultati scolastici, che è davvero quello che avrebbe voluto Apollonia. Io ringrazio tutte le insegnanti, che ci hanno forgiato, e con la loro professionalità, pazienza e dedizione, ci hanno dato tanto nella vita. La cerimonia della consegna? Ce la immaginiamo come una grande festa a fine anno scolastico, in cui alunni e insegnanti possano gioire per un premio». C’era anche il parroco don Davide Chioda, che ha ascoltato con commozione i ricordi, ma anche don Angelo Dragoni che ha vissuto da vicino l’impegno di Apollonia in Caritas: «Era molto umile - ricorda don Angelo -, ma Gesù Cristo diceva “che le vostre opere buone, siano viste” perché tutti vedendole diano gloria a Dio. Io credo che Apollonia avesse una grande ricchezza interiore, la esprimeva nella sua capacità di accoglienza e la si notava dal suo sorriso così spontaneo e naturale. E poi aveva un cuore generoso. Quando veniva in Caritas faticavamo a farla rimanere nei canoni della distribuzione ai più bisognosi. Perché lei avrebbe dato tutto e sempre di più. Era appassionata. Anche dopo essere andata in pensione non poteva fare a meno di avvicinarsi agli alunni e dare il suo contributo. E poi era importante anche lo sguardo al di là della sua persona e della sua famiglia, e quindi questo senso sociale espresso in ambito civile in consiglio comunale».