Le celebrazioni della ricorrenza del 4 novembre sono cominciate ieri sotto una pioggia incessante, sono proseguite questa mattina con i ragazzi della scuola secondaria di primo grado e continueranno oggi pomeriggio con la scuola primaria. Perché nella ricorrenza dei 101 anni della fine della Prima Guerra Mondiale «è troppo importante ricordare che la guerra non è mai la soluzione, che bisogna imparare dal passato se vogliamo un futuro migliore». Il corteo nella mattinata di ieri è partito dal Municipio per arrivare fino in Chiesa, dove don Davide Chioda ha presieduto la Santa Messa Solenne a suffragio di tutti i defunti delle guerre, citando durante l’omelia anche struggenti passi di Ungaretti. Poi la deposizione delle corone d’alloro presso il Monumento ai Caduti e infine i discorsi istituzionali in Municipio. «L’articolo 11 della nostra Costituzione - le parole del sindaco Andrea Torza -, lancia un forte messaggio: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali “. Ripudiare la guerra vuol dire vincere l’egoismo dell’uomo, sempre pronto a dichiarare nuove guerre per smania di potere, con la lotta all’ignoranza e al disimpegno civico; la conquista della libertà e della pace non sono state acquisite una volta per tutte ma vanno consolidate ogni giorno, nelle nostre famiglie, nelle nostre case, sui luoghi di lavoro, nei luoghi della politica, ovunque si lavori per la vita, per la democrazia, per il rispetto per gli altri e per i più deboli. Una cosa però deve essere chiara: nulla si fa cancellando il passato. Impariamo dal nostro passato, non disperdiamo le lezioni della storia e la saggezza dei nostri anziani, impegniamoci personalmente perché il nostro paese ha bisogno di ciascuno di noi. In questo tempo è quanto mai importante stringerci attorno ai valori che hanno dato vita all’Italia. Ricordiamocelo sempre e diciamolo forte ai nostri giovani: la libertà, la pace, la giustizia di cui oggi possiamo godere sono valori costati sangue e fatica e vanno ogni giorno riconquistati. Costruite e non distruggete, unite e non dividete. Aprite sentieri di pace e non alzate muri».
Il 4 novembre è anche la giornata delle Forze Armate: «Tutti insieme dobbiamo dire con forza che preferendo la pace non siamo in contraddizione con la nostra Carta Costituzionale se riconosciamo il ruolo di pace che svolgono le nostre Forze Armate verso cui va tutta la nostra ammirazione e stima: con tanta dedizione e professionalità garantiscono ogni giorno a noi tutti di vivere in un paese civile, prevengono e lottano contro il crimine, sono in prima linea contro le mafie, sorvegliano le nostre strade, presidiano il territorio e spesso partecipano a missioni all’estero».
Presenti alla commemorazione anche i Carabinieri della stazione di Cavenago d’Adda, il parroco don Davide Chioda, don Angelo Dragoni e il presidente della locale sezione dell’Associazione Combattenti e Reduci Antonio Rossini. Oggi la commemorazione anche nelle scuole, dove gli alunni hanno esposto e esporranno davanti al Sindaco, all’assessore all’istruzione Paola Galimberti e all’Amministrazione Comunale alcuni pensieri: «Ragazze e ragazzi - l’intervento della Galimberti -, coltivate le vostre menti, coltivate la pace. Perché il 4 novembre sia un monito, perché le guerre in qualsiasi parte del mondo non esistano più. Siate adulti che vivono i valori, studiate, rendete il vostro futuro più bello».